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Dolomiti Friulane

Dolomiti Friulane

Le Dolomiti Friulane sono un territorio unico, di intatta suggestione, dove saperi e sapori autentici segnano il paesaggio naturale e culturale in ogni sua sfumatura

Dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, si trovano a cavallo tra le province di Pordenone e di Udine, nel Friuli Occidentale. Selvagge per natura, con un grado di wilderness difficilmente riscontrabile in altre zone dell’arco alpino, hanno paesaggi incontaminati di rara bellezza. Montagna vera, natura intatta, come vere e intatte sono le antiche tradizioni, il senso dell’ospitalità, i cibi rustici e genuini, le austere architetture in pietra con ballatoi in legno che le sue genti hanno preservato con ostinazione e passione. Un territorio ideale per una ritemprante vacanza lontano dalla folla e dal turismo di massa, perfetto per chi ama la natura e la vita attiva, i ritmi lenti del viver bene e il passo spedito dello sport, i piaceri di gusti, gesti e tradizioni che vengono da lontano. Lunghe e profonde le valli delle Dolomiti Friulane, a chi le percorre rivelano una bellezza intensa e arcaica, plasmata ad arte dall’acqua. Portano i nomi dei fiumi e torrenti che le hanno cesellate: Val Cellina, Val Meduna, Val Tagliamento. Una palestra sempre aperta, 365 giorni l’anno, dove gli sportivi – siano essi principianti o agonisti – possono praticare il loro sport preferito sia in aree altamente specializzate e attrezzate che lungo percorsi che seguono semplicemente il corso della natura. Panoramiche strade di montagna e piste ciclabili lungo i fiumi, adatte a soddisfare sia le esigenze degli sportivi che quelle dei turisti appassionati di due ruote, che amano pedalare in tutto relax, assaporando paesaggi, scoprendo antichi e caratteristici borghi, oppure decine di percorsi di vario genere di difficoltà per gli appassionati di mountain-bike. E poi: escursioni, trekking a piedi e a cavallo, passeggiate slow e orienteering, scalate, free-climbing, ecoclimbing sulle vette delle Dolomiti Friulane e nelle varie palestre di roccia, la più famosa a Erto, vicino alla diga del Vajont.

IL NORDIC LIFE PARK DI ANDREIS

Il Nordic Life Park di Andreis è il primo parco vita del Nordic Walking della provincia di Pordenone. È dedicato interamente alla nuova attività sportiva che consiste nel camminare (ma anche nel correre, saltellare e fare esercizi) con dei bastoni appositamente sviluppati per questo sport. Offre un modo facile, naturale e molto efficace per migliorare la propria condizione fisica e per tonificare la muscolatura del corpo indipendentemente all’età, dal sesso o dalla preparazione fisica. In più, è divertente e rilassante. Il Parco è un insieme di percorsi realizzati ad arte e finalizzati alla cosiddetta “camminata nordica”. La rete sentieristica interessata si snoda attorno all’abitato di Andreis, nelle Dolomiti Friulane, collocando il grazioso paesino di montagna al centro delle percorrenze e dell’intera attività del cammino. Otto i percorsi, di varia lunghezza e variamente graduati, dal facile all’agonistico, individuati tenendo conto delle specificità tecniche, dettate dalla Federazione Internazionale di Nordic Walking, e delle peculiarità storico ambientali presenti sul territorio, rendendo in tal modo piacevole e molto divertente, oltre che interessante, il camminare sportivo. Il Nordic Life Park di Andreis è dotato di una segnaletica dedicata e inerente, atta a soddisfare un’utenza non solo nazionale: tabelloni esplicativi, frecce direzionali e mappe tascabili aiutano in modo facile ed esaustivo la percorrenza. Si può scegliere fra i tre livelli di pratica del Nordic Walking – benessere, fitness e sport – in base alla propria preparazione e alle proprie esigenze: dalla camminata tranquilla e terapeutica a un buon allenamento aerobico, fino agli esercizi specifici per gli atleti. A disposizione, attrezzatura a noleggio e istruttori che organizzano corsi ed escursioni. Oltre che ad Andreis, numerosi altri percorsi di Nordic Walking sono tracciati in altre località delle Dolomiti Friulane.

 IL PARCO FAUNISTICO PIANPINEDO DI CIMOLAIS

Il Parco Faunistico Pianpinedo è una struttura situata tra i Comuni di Cimolais e Claut ed il cui accesso al pubblico è gestito dal Parco Naturale Dolomiti Friulane, con l’obiettivo di valorizzare ed amplificare la nostra percezione della natura. Nei suoi 35 ettari vivono in libertà caprioli, cervi, stambecchi, camosci, marmotte. Facilmente accessibile, è ideale per le famiglie, che vogliono avvicinare i bambini alla natura, facendo loro osservare da vicino animali selvatici e – seguendo il sentiero botanico – piante e fiori di montagna, il tutto trasmettendo l’importanza del rispetto degli animali e del loro ambiente naturale. Il Parco rappresenta inoltre uno splendido esempio di biodiversità, in quanto proprio in quest’area si ripropone in modo del tutto naturale il microclima delle alte vette dolomitiche e risulta a tutti gli effetti un compendio del territorio del Parco Naturale Dolomiti Friulane. I visitatori vengono accolti nel Centro Visite Pianpinedo che ha l’obiettivo di valorizzare i “sensi della natura”: si ha così l’impressione di camminare all’interno di un bosco o di una grotta virtuali, nei quali i suoni e gli odori vengono amplificati al fine di renderli più percepibili. La struttura è arricchita da un vero e proprio “Cason dei Boscaioli” che riproduce fedelmente la realtà abitativa dei lavoratori del bosco del secolo scorso. Nella Fattoria Didattica, dedicata agli antichi mestieri della Val Cellina, vengono organizzati su prenotazione laboratori per imparare a intrecciare cestini in vimini, a lavorare il latte per ottenere la ricotta, o impastare la farina per poi cuocere il pane nel grande forno a legna costruito nel cortile della struttura.

TRIASSIC PARK

Le orme di Dinosauro a Claut

La mattina del 30 settembre 1994 un gruppo scolastico in visita d’istruzione al Parco scopre casualmente le prime impronte fossili di un dinosauro: appartengono a un Dinosauro teropode, carnivoro predatore probabilmente lungo dai 5 ai 7 metri. Queste impronte sono impresse su un masso di Dolomia Principale, una formazione rocciosa depositatasi nel triassico superiore più di duecento milioni di anni fa, ai piedi della cascata del Rio di Casavento, a pochi minuti dall’omonima Casera, dove in estate sono portate le malghe al pascolo. Il percorso è allestito con segnaletica e pannelli informativi per raggiungere più facilmente il sito.

IL MUSEO DELLA CASA CLAUTANA

Il Centro visite del Parco a Claut ospita l’ufficio informazioni e il “Museo della Casa Clautana”, che raccoglie le testimonianze della storia della comunità locale e si inserisce nel piano di valorizzazione turistica ed ambientale del Parco Dolomiti Friulane e del Comune di Claut. In particolare descrive la vita della donna valcellinese, dedita ai lavori di casa, dei campi, della stalla ed in cammino come venditrice ambulante di utensili di legno che l’uomo costruiva durante l’inverno. Obiettivo del Museo è anche il recupero di antiche strutture create per l’utilizzo dell’acqua, della pietra, del legno ed il riatto di una “ciasa da fum”, antica dimora privata, acquisita per essere dedicata a finalità museali.

MUSEO “IL FILO DEI RICORDI”

La seicentesca casa rurale della “Busa” era un tempo alloggio di uomini e animali, dove accanto ai lavori agricoli non mancavano quelli legati al ferro e alle fibre tessili. Oggi, ristrutturata e denominata “Ciasa dai Fornés”, ospita al piano terra una esposizione intitolata “Il filo dei ricordi”. Il richiamo è alla grande tradizione della tessitura e dei filati in genere presente in queste terre. La secolare Carnia migrante risultava divisa in due entità socio-economiche ben distinte. Mentre dai Canali di Gorto e San Pietro emigravano i “Cràmars”, da quello di Socchieve, o del Tagliamento, partivano i “Tesseri” i “Tisidous”. La destinazione invernale dei tessitori fornesi erano le terre della Serenissima e degli Asburgo. Nei mesi dedicati ai lavori agricoli lavoravano in casa producendo tessuti per autoconsumo, giunti sino ai giorni nostri. La lana proveniva dalle numerose pecore, la canapa e il lino dai campi della valle. Da fusi e arcolai uscivano fili sottili, frutto delle sapienti mani delle donne. Dai vegetali si ricavavano le caratteristiche tinte gialle, verdi e rosse. Le gerle si riempivano di fibre, gli armadi di matasse e gomitoli, le cassepanche di lenzuola, coperte e stoffe di vario genere. Non potevano mancare ambientazioni della vita famigliare fornese: dalla camera da letto, al lavatoio, alle antiche culle per bambini e un’altra importante attività paesana: la produzione famigliare degli esclusivi “scarpéts”. Questa tipica calzatura carnica di velluto ha raggiunto a Forni di Sopra la sua più alta qualità e, unita alle floreali ciabatte, una riconosciuta bellezza.

INFO: www.settimanadolomitiunesco.itwww.parcodolomitifriulane.it

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