L’estate 2017 è stata devastante per interi settori dell’agricoltura
Inutile sottolineare che la scorsa estate è stata devastante per interi settori dell’agricoltura: in primavera si sono registrate improvvise gelate, mentre la stagione estiva è stata una delle più calde di sempre. La siccità, le ondate di calore, con conseguenti violenti temporali e grandinate, hanno messo in seria difficoltà il mondo dell’agricoltura e quello zootecnico.
L’assessore all’Agricoltura, alle Foreste, alla Protezione civile e ai Comuni della Provincia Autonoma di Bolzano, Arnold Schuler, risponde alle nostre domande.
In che modo intendete legiferare per fare fronte a tale evenienza e sostenere i diversi comparti agricoli?
In Alto Adige abbiamo storicamente un sistema di difesa ben organizzato, sia per la difesa attiva che per la difesa passiva. In Valle d’Adige, soprattutto in frutticoltura per la difesa attiva prevalgono reti antigrandine e impianti di irrigazione antibrina. Con tali sistemi eravamo in grado, ad esempio nello scorso 2017, di salvare una grande parte della raccolta frutticola da danni gelo/brina e grandine. Ma non in tutte le parti dell’Alto Adige dove viene coltivata la frutta abbiamo la possibilità di sfruttare i sistemi di difesa attivi, causa mancanza d’acqua o varie altre circostanze che impediscono l’attivazione di questi sistemi.
Soprattutto in Val Venosta, Val d’Isarco e anche in Bassa Atesina siamo stati coinvolti in danni mai avuti, di cui un terzo sono stati causati da gelo e due terzi dalla grandine estiva.
Grazie a una lunga tradizione nel nostro territorio, gli agricoltori sono abituati a sfruttare l’assicurazione come sistema difesa passiva. Nello scorso anno 2017, molti si sono assicurati contro la grandine e anche contro danni da gelo/brina. Ormai anche le nostre piccole aziende agricole si devono confrontare con la gestione del rischio. Tutto questo sistema trova priorità anche nella politica agricola. Quindi noi, come amministrazione provinciale, stiamo lavorando in massima sinergia con i rappresentanti dell’agricoltura locale e con i più importanti player del settore per rafforzare ancora di più i sistemi già presenti e per avviarne di nuovi e moderni, come ad esempio i fondi di mutualità con i quali potremmo essere in grado ad intercettare eventuale perdite devastanti causati da cambiamenti climatici e metereologici, anche nel settore zootecnico/prato pascolo. Questi nuovi sistemi di risk management, predisposti ultimamente anche in maniera semplificata nella gestione e contribuzione da parte dell’Unione Europea, saranno in grado di rafforzare il reddito delle nostre aziende agricole. Una cosa che dovrebbe essere d’interesse per tutto il territorio montano.
Un’altra economia in difficoltà è quella degli apicoltori: i cambiamenti climatici hanno portato condizioni climatiche avverse, ma anche l’uso di pesticidi letali alle api (insetticidi neonicotinoidi), sono da imputasi all’alta moria di questi insetti tanto preziosi per la biodiversità, nonché per la produzione di miele che lo scorso anno si è rivelata quasi inesistente. Oltre a ciò, su tutto il territorio provinciale, l’arrivo di parassiti dall’esterno come la Varroa destructor ha indebolito intere famiglie di api. Per quanto concerne i pesticidi sappiamo che la Commissione Europea ha avanzato la proposta di sospenderne l’uso per le colture. Ma non è sufficiente. Sono numerosi i prodotti utilizzati o derivati che ancora li contengono. Come intendete procedere in merito?
I lavori continuano. Il Centro di Sperimentazione Laimburg sta indagando in merito a situazioni critiche che si possono verificare specialmente in melicoltura in fase di postfioritura, ponendo attenzione anche alle fioriture spontanee nell’interfilare del meleto. I dati e le informazioni ottenuti serviranno per capire meglio come aumentare la protezione di tutti gli insetti pronubi tramite le misure adottate nella pratica agricola.