HomeStoriaNostro nonno Theodor Christomannos … voce dell’eternità

Nostro nonno Theodor Christomannos … voce dell’eternità

Nostro nonno Theodor Christomannos … voce dell’eternità

Theodor Christomannos (1854 – 1911), è nato a Vienna da una famiglia di origine ellenica. A lui si deve l’ideazione della Strada delle Dolomiti attraverso i passi tra Bolzano-Fassa-Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, che oggi milioni di visitatori percorrono ogni anno.

Jutta e Karin, nipoti del brillante pioniere del turismo nelle Dolomiti Theodor Christomannos, lasciano in esclusiva per la nostra rivista una testimonianza in ricordo del loro amato nonno.

Nessuno della nostra famiglia parlava greco, eppure sapevo già da piccola che il nostro nome di famiglia è di origine ellenica. Abitavamo in una bella villa a Maia Alta di Merano sulla quale c’era scritto “Villa Christomannos”. Sapevo anche che esisteva una Via Christomannos e che sul cimitero di Merano c’era un’impressionante tomba, affiancata da due colonne, sulla quale troneggiavano due aquile – una tomba d’onore per nostro nonno Theodor. Ma chi era questo nonno? Nessuno della nostra famiglia lo conosceva di persona. Morì già nel 1911, il 30 di gennaio, per caso anche mio compleanno, e il mio papà aveva appena due anni. Mio fratello, sei anni più grande di me, era un ottimo sciatore e campione di canottaggio, mia sorella, due anni più giovane di me, era una piccola bellezza e molto sportiva anche lei. Io invece non ero nulla di tutto questo, il mio unico vantaggio era la fantasia e l’assomiglianza con mio padre, alla quale dovevo la frase: “ … è una tipica Christomannos!” Forse sono state proprio queste parole che hanno creato in me una grande voglia di approfondire la nostra storia di famiglia. Già da ragazzina mi sentivo, in un modo strano, quasi irrazionale, legata a questo personaggio che era mio nonno. Volevo sapere tutto di questo mito e il nome Christomannos mi sembrava quasi una cosa intoccabile.

Mi sentivo parte di una catena, un prezioso anello che combaciava con gli altri. Un povero professore della Scuola media di Bolzano mi chiamava ‘zingara’ per mettere fine a questo mio orgoglio di appartenenza. Non lo potevo sopportare e mi sono recata dal preside a lamentarmi: “Il professore può sgridarmi o castigarmi, ma non ha il diritto di offendere il nome di mia famiglia…”. Alla fine è stato poi il professore che è stato castigato.Anni dopo mi sono dedicata a cercare documenti e tracce della vita di mio nonno, perche nella nostra famiglia, dopo due guerre mondiali, c’è rimasto ben poco. Quando per caso scoprii che la figura del famoso signor Aigner nel teatro “Das weite Land” di Arthur Schnitzler si rifaceva a Theodor Christomannos, mi sentii orgogliosa. A quel punto ho capito che questo “nonno” mi avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Piano piano ho trovavo libri e articoli che aveva scritto mio nonno o che si occupavano di lui. Ho incontrato persone che mi hanno raccontato delle vicende sulla sua vita ancora sconosciute e altre che mi cercavano perché scrivevano libri o tesi sulla sua vita, sul suo operato. La mia strada era tracciata: ho iniziato anch’io a scrivere articoli e a dedicarmi pubblicamente a questo personaggio amato e riconosciuto da tutti. Nel mio mestiere di giornalista specializzata nel settore tessile e della moda, mi sono resa conto della soddisfazione che provavo nell’indirizzare le mie attenzioni al nonno. Quindi sono andata avanti e ho fondato un’Associazione che si dedica nel promuovere il costume tradizionale, in un piccolo ma prezioso settore della moda austriaca. Anche mio nonno aveva fondato “l’Unione alberghi nelle Alpi” (Verein für Alpenhotels), per accelerare lo sviluppo turistico nel fantastico scenario delle Dolomiti.

Ancor’oggi, e sono passati tanti anni, non ho perso l’entusiasmo nei suoi confronti. Con alcuni colleghi vorremo ideare il VISIONEUM CHRISTOMANNOS, un Museo virtuale, per ricordare questo personaggio, che non era solo alpinista e fondatore di imprese turistiche, ma che aveva idee innovative e che era anche una persona profondamente umana. Uno dei miei desideri è di realizzare
un DOLOMITEN WELTNATURERBE MUSEUM nel Grandhotel Karersee, una delle sue più belle opere. Purtroppo questo non è ancora accaduto a causa di problemi burocratici.
Ma non posso smettere di sognare, perché in questo caso anch’io non potrei più esistere…

Di mio nonno si parlava spesso in casa, ma soprattutto era nominato da altre persone del posto. Naturalmente questo ci ha molto impressionato e incuriosito. Mi ha colpito in modo particolare la sua tomba d´onore presso il cimitero di Merano (BZ). La nostra bambinaia mi raccontava che la sua tomba era collocata in un punto particolare del cimitero, dove la terra non era benedetta. Non
ne comprendevo il motivo: ogni individuo era uguale ai miei occhi, come Dio ci ha insegnato. Ciò che invece rendeva diverso mio nonno agli occhi di alcuni era la religione: egli apparteneva alla religione greco-ortodossa. In seguito, la consapevolezza di ciò, ha aperto la mia mente all’ecumenismo. Già all’epoca mi ha toccato il tema sugli stranieri: infatti mio nonno era di origine greca, la moglie era austriaca (aveva una figlia illegittima divenuta in seguito una famosa ballerina, della quale si può leggere la dedica a suo padre sulla lapide ad onore), la nonna materna era francese, e il nonno materno germanico si era stabilito in Alto Adige attratto dalle bellezze naturali. In seguito, a causa di queste “diversità” ne subimmo parzialmente delle discriminazioni da parte degli abitanti del posto. Questo fatto però non ci ha impedito di crescere nell’armonia e nella serenità. L´apertura delle frontiere ai giorni nostri è stato per me un traguardo molto importante e simbolico: l´avvicinamento a molti popoli e culture europee. Nostro nonno ha trasmesso a tutta la famiglia la passione per la montagna e per la natura.

Il legame con queste montagne era talmente forte che quando mi recavo con la mia famiglia al mare del Nord per le vacanze estive, ne sentivo profondamente la nostalgia. Ancora oggi, ogni momento libero lo dedico a escursioni e arrampicate in montagna. Per poter meglio comprendere l´impronta lasciata da mio nonno Theodor, vi basti sapere che sovente, già quando eravamo bambine, durante le nostre soste presso molti dei rifugi e alberghi presenti sulle montagne (Alpe di Siusi, Solda, Trafoi, Carezza e su molte cime della Valle di Fiemme), ci capitava di incontrare
delle persone che avevano conosciuto nostro nonno, le quali ci raccontavano di lui e delle sue imprese, del bene che rivolgeva alle persone bisognose (le difendeva qualora vi fossero delle ingiustizie). Sentiva il bisogno di proteggere i più deboli, come, nonostante non fosse più qui, ha fatto per tutta la nostra famiglia.
JUTTA CHRISTOMANNOS HEUGL e KARIN CHRISTOMANNOS GIANMOENA

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